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Cenni Storici
Antica Balnearia per la presenza delle terme romane, nel 1157 Federico Barbarossa la diede in feudo al Vescovo di Tortona che ne investì i conti di Lavagna tanto che uno dei rami di questa famiglia prese il nome di Signori di Bagnaria.
Quando i duchi di Milano s'impadronirono del Vogherese e del Tortonese, Bagnaria passò alle loro dipendenze: troviamo che i Visconti avevano infeudato Bagnaria a Bussetti signori di Montebore, di Montemarzino e Avilasca. C'erano allora guerre tra i Guelfi e i Ghibellini: nel 1408 si fece una tregua nella quale entrarono anche i predetti signori. Al tempo degli Sforza, successori dei Visconti, Galeazzo Maria, con atto 16 febbraio 1467, infeudava Bagnaria a Giacomo e Bartolomeo Bussetti.
Giovanni Galeazzo Sforza con atto 7 febbraio 1485 concedeva il feudo di Bagnaria a Carlo Fieschi col titolo di Signore. I Fieschi lo tennero fino al tempo di Carlo V, il quale a causa della congiura dei Fieschi, loro lo tolse dandolo ad Andrea Doria (1548) nella cui famiglia rimase fino all'estinzione del feudalesimo, cioè ai tempi di Napoleone (1792). Eretto poi a Comune, nel 1928 fu aggregato a quello di Varzi.
I sentimenti di libertà e autonomia, patrimonio dei Movimenti che caratterizzarono la Resistenza, favorirono nel primo dopoguerra iniziative politiche tese alla ricostituzione di quelle autonomie locali soppresse negli anni venti. Con gioia, nell'autunno del 1946 la popolazione di Bagnaria apprese la notizia che con provvedimento del Capo provviasorio dello Stato (D.L. 31 ottobre 1946 n. 418) veniva ricostituito il Comune di Bagnaria svincolandosi da Varzi, con le rispettive circoscizioni preesistenti. In data 2 gennaio 1947 l'allora Prefetto di Pavia nominava il Rag. Ercole Santelli Commissario Prefettizio del Comune. Il Decreto venne pubblicato a Bagnaria il 1 febbraio 1947 e il 24 e 25 agosto dello stesso anno (giorno della festa patronale di S. Bartolomeo) si svolsero le prime elezioni del ricostituito Comune. Inizia così una nuova pagina di storia.
Da vedere:
Il borgo, di impianto medioevale costituito da case in pietra, e la chiesa di San Bartolomeo di epoca romana, al cui interno si trova la pregevole balaustra dell'altare maggiore con marmi di vario colore. Alla sinistra della chiesa, vi è un edificio civile sul cui portale in pietra vi è un architrave recante lo stemma dei Malaspina. Dell'antico fortilizio, su un promontorio nella parte più alta del paese resta soltanto un rudere della torre crollata nel terremoto del 1828.