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Cecima fa la sua prima apparizione nella storia molto più tardi rispetto alla sua antichissima fondazione che certamente risale all'alto medioevo. Viene menzionata in un diploma del 943, con cui il feudo viene confermato a Litifredo vescovo di Pavia e che dimostra che il luogo era già in suo possesso in epoca precedente.
Da Vedere
Cecima si raggiunge passando sotto i bastioni delle antiche mura, della cui porta Soprana, demolita nel 1936, vi sono ancora le tracce. Il paese conserva la purezza del suo impianto medioevale costituito da un dedalo di viuzze che presentano scorci di suggestivo interesse. Le strade non più larghe di quattro metri sono selciate con ciottoli dello Staffora, gli stessi con cui è costruito l'intero borgo fatto di muri a vista senza intonaco.
Nella piazza del sagrato si può ammirare la stupenda facciata in cotto della chiesa dei Santi Martino e Lazzaro edificata su ordine del cardinale Jacopo Ammannati Piccolomini vescovo di Pavia in bello stile tardo gotico lombardo nel 1460. I danni dovuti a fenomeni franosi, ne determinarono la demolizione, mentre la facciata, interamente salvata, è oggi ancora visibile in tutto il suo splendore. La chiesa sorge su un magnifico "terrazzo" a picco sul torrente Staffora.
Cecima si estende sulla sponda sinistra della valle Staffora, al confine della valle attraversata dal Torrente Curone, con una superficie di appena 10 kmq e con poco più di 250 abitanti.
Il capoluogo comunale sorge sul crinale di un vasto altopiano; originariamente era inglobata nel territorio comunale di Ponte Nizza, ma ha acquistato la propria autonomia municipale nel 1956.